Trattamento patologie venose
Il trattamento non chirurgico delle patologie venose
Laserterapia, Scleroterapia e Carbossiterapia
Spesso si è portati a credere che il trattamento dei capillari o delle piccole vene delle gambe sia solo prerogativa di chi vuole correggere sostanzialmente un fastidioso inestetismo. In realtà è bene ricordare che alcuni di questi trattamenti, primo fra tutti la scleroterapia, sono stati messi a punto alla fine dell’Ottocento da validi chirurghi, i quali, ben lontani da qualunque interesse per il mondo della medicina estetica, ancora francamente sconosciuto in questo senso, ne avevano colto il ruolo terapeutico in alternativa alla chirurgia. La scleroterapia, quindi, rappresenta il primo metodo curativo dell’insufficienza venosa degli arti inferiori. Al benessere fisico, poi, che i pazienti trattati con scleroterapia hanno sempre riferito, si è aggiunto più recentemente anche un benessere psicologico, legato al miglioramento estetico delle loro gambe. Vediamo, allora, una breve descrizione delle principali metodologie non chirurgiche oggi maggiormente impiegate.
LASERTERAPIA
L’avvento in medicina delle tecnologie laser ha aperto una strada dal potenziale elevatissimo. Per attenerci solo al settore della nostra circolazione, va innanzitutto specificato che esistono oggi un numero molto grande di laser vascolari, in grado di trattare dai sottilissimi capillari rossi, ai capillari di maggiore calibro di colore blu (Vedi foto), alle vene reticolari, fino alle piccole varici.
Vi è, poi, tutto il settore di tecnologie laser e delle luci pulsate, che permette il trattamento di inestetismi vascolari quali i capillari del viso, la couperose, gli angiomi piani, gli angiomi rubino ed altro ancora.
Si utilizzano laser con diverse lunghezze d’onda, a seconda del tipo di vasi da trattare, ma il meccanismo d’azione è sempre lo stesso: la fotocoagulazione delle pareti del vaso. Per bonificare una regione avremo bisogno di alcune sedute (solitamente 3-5) a distanza di circa 15 giorni l’una dall’altra. La scomparsa dei capillari trattati non avverrà immediatamente, bensì richiederà almeno 20-30 giorni, nel corso dei quali, dopo un iniziale apparente peggioramento, assisteremo alla loro progressiva scomparsa.
Rispetto alla scleroterapia, la laser terapia non fa ricorso all’iniezione di farmaci, scongiurando, così, qualsiasi rischio di infezioni, reazioni allergiche o inestetismi legati ad una reattività anomala da parte del paziente. L’unica accortezza che si richiede è di evitare l’esposizione solare delle zone trattate per almeno 20 giorni, come del resto anche dopo la scleroterapia.
La laserterapia, inoltre, non necessita dell’impiego di calze elastocompressive o bendaggi, come nel caso della scleroterapia. Il suo impiego migliore risiede proprio nel trattamento dei capillari, mentre mostra i suoi limiti per le vene di calibro maggiore.
La nostra esperienza, di oltre venti anni con la scleroterapia e di circa quindici anni con la laser terapia, ci permette un uso combinato delle due metodiche a seconda del quadro clinico che il paziente presenta, al fine di ottenere i risultati migliori. Infine, ci preme ancora una volta sottolineare come i capillari delle gambe possono nel tempo recidivare. Ma questo non perché i risultati ottenuti siano solo temporanei: i capillari trattati adeguatamente scompaiono in modo irreversibile. Resta però l’insufficienza venosa che è una patologia che evolve cronicamente nel tempo e proprio le zone che presentavano capillari saranno le più soggette alle recidive, in quanto deboli.
Quindi è logica conseguenza controllarsi regolarmente dal proprio medico specialista, il quale saprà mettere a punto per voi un piano terapeutico di mantenimento delle condizioni raggiunte.
SCLEROTERAPIA
La scleroterapia è definita anche terapia sclerosante delle varici degli arti inferiori (vene varicose). Consiste nella cura delle varici mediante l'iniezione all'interno della vena varicosa di una sostanza farmaceutica che provoca una reazione infiammatoria a livello della parete interna della vena stessa. Questa reazione infiammatoria, in termine tecnico “endotelite”, nel giro di qualche giorno comporta l'obliterazione e la successiva fibrosi (chiusura) della vena stessa.
In mani esperte la scleroterapia offre dei buoni risultati soprattutto nei pazienti che hanno delle vene varicose in fase iniziale e che presentano un calibro inferiore ai 6-7 millimetri. La scleroterapia non è un trattamento definitivo, spesso, nel corso degli anni i pazienti devono sottoporsi a dei "ritocchi" o a delle nuove sedute che tuttavia, nella maggior parte dei casi, contribuiscono a tenere sotto controllo il problema.
Anche nel trattamento dei "capillari", termine corrente per definire le teleangiectasie, la scleroterapia offre ottimi risultati e consente di risolvere questo disturbo quasi esclusivamente di tipo estetico.
Una seduta di scleroterapia dura circa 15-20 minuti ed una volta effettuate la o le iniezioni del farmaco all'interno della vena si procede ad un bendaggio con una fascia elastica della gamba che è stata sottoposta al trattamento.
Nonostante le iniezioni il trattamento non è doloroso, le piccole punture vengono effettuate con aghi molto sottili, praticamente indolori; spesso l'unico fastidio è dato dalla fascia elastica che dopo qualche giorno può essere efficacemente sostituita da una calza elastica della II classe di compressione.
In base al tipo di vena o di vene da trattare viene stabilito il numero delle sedute che solitamente si effettuano a distanza di 10-15 giorni l'una dall'altra. Per le teleangiectasie le sedute possono essere ridotte ad una settimana di distanza l’una dall’altre.
La scleroterapia non può essere effettuata nei pazienti che presentano spiccate allergie a farmaci, nei pazienti reduci da una recente flebite o una trombosi venosa profonda e nelle pazienti in gravidanza.
Per il rischio di varicoflebite le pazienti in trattamento con anticoncezionali orali (pillola anticoncezionale) dovrebbero sospendere il trattamento almeno due mesi prima si sottoporsi alla scleroterapia.
Questa tecnica, se ben praticata, consente di ottenere buoni risultati soprattutto per quanto riguarda la cura di vene varicose di piccolo calibro o delle teleangiectasie.
Dopo il trattamento nelle sedi di iniezione possono comparire delle piccole ecchimosi dovute ad un lieve stravaso di sangue in sede sottocutanea. Queste piccole macchie in genere scompaiono nel giro di due o tre settimane.
Anche le reazioni allergiche al farmaco utilizzato per la scleroterapia sono molto rare tuttavia se siete dei soggetti tendenzialmente allergici avvertite il medico prima di effettuare il trattamento.
La scleroterapia inoltre si è dimostrata efficace nel trattamento delle piccole vene varicose ricorrenti che possono insorgere anche diversi anni dopo un intervento chirurgico di stripping.
CARBOSSITERAPIA
Per Carbossiterapia si intende l’uso di anidride carbonica medicale (CO2) a scopi curativi, somministrata per via sottocutanea e intradermica. È un trattamento che può essere praticato solo da personale medico. La terapia consiste in microiniezioni localizzate di anidride carbonica medicale somministrata tramite un minuscolo ago inserito su un tubo sterile usa e getta collegato all’apparecchiatura (CDT Evolution), l’unica in grado di garantire un’erogazione controllata, sterile e personalizzata, riconosciuta dai Ministeri della Salute nella comunità Europea.
Il trattamento è sicuro per il paziente, poiché l’anidride carbonica è atossica e non provoca embolia; è compatibile con l’organismo umano che la produce costantemente e la elimina tramite il sistema venoso per via polmonare. Gli usi di questo gas in chirurgia (interventi in laparoscopia) ed in diagnostica (colonscopia) sono ben noti in campo medico per la propria sicurezza.
Studi e ricerche cliniche universitarie hanno dimostrato che l’anidride carbonica per via invasiva ha effetto:
sul microcircolo, dove riapre per effetto meccanico i capillari chiusi, riattiva quelli malfunzionanti e aumenta la percentuale di ossigeno nei tessuti migliorando lo stato di patologie come quella della gamba gonfia (Vedi foto) sino ad ulcere di varia natura.
sul tessuto adiposo, dove rompendo le membrane delle cellule grasse (effetto lipoclasico) riduce gli accumuli di grasso.
sulla cute (pelle), dove oltre ad aumentare la percentuale di ossigeno nei tessuti migliorando l’elasticità cutanea, induce un ringiovanimento del derma.
Per questi motivi la Carbossiterapia trova il suo impiego in Flebologia, Medicina-estetica, Dermatologia, Chirurgia-plastica