COME COMBATTERE LA CALVIZIE
Diversi trattamenti per un unico scopo
sabato 30 gen 2016
Alle ore :
16:51
La calvizie è la patologia estetica che affligge la maggior parte degli uomini (70%) e una percentuale non trascurabile delle donne (30%), risultando non solo in un inestetismo ma anche in un problema psicologico e relazionale. La caduta dei capelli è un processo fisiologico, ma quando il numero dei capelli che cadono quotidianamente supera i 100 e quando essi di diradano si parla di alopecia. L'uomo tipicamente presenta perdita di capelli alla regione frontale, alle tempie e al vertice, mentre la donna ha un diradamento diffuso su tutta la regione superiore del cuoio capelluto.
L’alopecia, femminile e maschile, può essere temporanea o definitiva e diverse sono le cause. Si distinguono cause genetiche (responsabili in particolare dell’alopecia androgenetica), ormonali (livelli anomali di testosterone, disfunzioni della tiroide, dell’ipofisi o delle ghiandole surrenali), alimentari (carenza di proteine, vitamine o minerali, diete troppo restrittive), chimico-farmacologiche, psicologiche (stress, shock traumatici, fenomeni depressivi) e alcune patologie (anemie, anoressia). L’alopecia androgenetica (dovuta alla suscettibilità del follicolo pilifero all’effetto del testosterone) è la più comune forma di calvizie e si manifesta con un assottigliamento e diradamento progressivo dei capelli con tendenza a scoprire aree sempre più ampie del cuoio capelluto. Nonostante l’alopecia maschile sia la più conosciuta, negli ultimi anni l’alopecia femminile è aumentata in modo allarmante non solo fra le donne in età avanzata, ma anche fra le giovani sotto i 30 anni.
Sebbene l’alopecia androgenetica sia la forma più diffusa di calvizie, soprattutto nell’uomo, altre forme di alopecia devono essere tenute in considerazione per poter effettuare i trattamenti più opportuni. Le alopecie cicatriziali sono caratterizzate dalla atrofia o distruzione dei follicoli piliferi (la cui ricrescita è impedita): alopecia seborroica, da tricotillomania, secondaria a malattie autoimmuni, attinica (da radiazioni UV o X), senile e defluvium anagen (caduta dei capelli quando questi non hanno ancora terminato il loro ciclo di ricrescita).
Le alopecie temporanee sono caratterizzate dalla caduta dei capelli senza atrofia dei follicoli piliferi che quindi, se rimosse le cause, possono generare nuovi capelli: alopecia da stress (disturbi della micro-circolazione sanguigna e dermatite seborroica determinano la caduta dei capelli), telogen effluvium (causata da avvenimenti fisicamente o emotivamente significativi accaduti 3-4 mesi prima come parto, ingestione di farmaci in dosi elevate, interventi chirurgici, anestesia, stati febbrili acuti, stati depressivi, sospensione di contraccettivi, che sono più comuni soprattutto tra le donne), alopecia da disordini circolatori (la carenza di nutrimento e ossigenazione genera capelli deboli a rischio caduta), da carenze vitaminiche (A, B, D, E, P), da disfunzioni endocrine (tiroide, ipofisi, surrenali, sessuali), da infezioni, da malattie gravi (leucemia, anemia e diabete) e da intossicazione (alimentare o da farmaci).
Diversi sono i trattamenti per la calvizie: essi hanno lo scopo di favorire il nutrimento e la stimolazione dei follicoli piliferi e la rimozione degli ostacoli alla normale crescita dei capelli (laddove i follicoli sono ancora attivi), fino a rimpiazzare i follicoli atrofizzati.
I trattamenti tricologici prevedono l’utilizzo di shampi, fiale e lozioni anticaduta (applicati direttamente sul cuoio capelluto) in grado di fornire le sostanze in grado di riattivare la circolazione nel cuoio capelluto e la crescita dei follicoli piliferi, limitando i fattori che ne causano la caduta (eccesso di sebo e forfora, carenza di fattori nutritivi, diminuzione della vascolarizzazione, azione del testosterone).
I trattamenti farmacologici prevedono la somministrazione di finasteride (inibitore della trasformazione del testosterone nella forma attiva periferica responsabile della morte del follicolo) o di minoxidil (che aumenta la vascolarizzazione del cuoio capelluto). Essi sono efficaci se assunti quotidianamente ma posso presentare effetti collaterali non trascurabili.
I trattamenti con lampada a diodi o con laser e la carbossiterapia (iniezione nel sottocute di anidride carbonica) hanno lo scopo di aumentare l’afflusso di sangue, e quindi di sostanze nutritive, ai follicoli piliferi. Essi sono un rimedio efficace soprattutto se utilizzati in combinazione con altri trattamenti tricologici.
Il PRP (Platelet-Rich Plasma, plasma arricchito di piastrine) è stato introdotto da pochi anni come innovativa metodica di medicina rigenerativa, basata sulle proprietà dei fattori di crescita presenti nel nostro sangue. Isolato dopo un semplice prelievo di sangue e applicato nel cuoio capelluto con microiniezioni in pochi minuti, il PRP stimola i bulbi piliferi in sofferenza a produrre capelli nuovi e più vigorosi. È necessario un trattamento ogni 3-6 mesi per vedere rinvigoriti ed ispessiti i capelli prima assottigliati e destinati alla caduta.
L’autotrapianto è il trattamento a cui si ricorre nei casi più avanzati di calvizie, quando i follicoli non possono più essere stimolati perché assenti. Due sono le tecniche di prelievo delle unità follicolari che possono essere eseguite: la FUT e la FUE. La FUT (Follicolar Unit Transplantation) consiste nel prelievo di una striscia di cuoio capelluto da un’area non calva (regione occipitale o temporale, dove i capelli non cadono per la diversità dei recettori ormonali che li caratterizzano) dalla quale vengono poi isolate ed estratte le singole unità follicolari per essere impiantate nelle aree calve. I vantaggi della FUT sono: maggior numero di capelli trapiantabili e più elevata percentuale di attecchimento rispetto alla FUE, non necessità della rasatura di tutto il cuoio capelluto (sia area donatrice che ricevente), durata dell’intervento minore rispetto alla FUE.
La FUE (Follicolar Unit Extraction) è una tecnica di prelievo diretto delle unità follicolari. Il principale vantaggio sta nella possibilità di prelevare e impiantare ogni singolo follicolo senza la necessità di ritagliare un’area donatrice e quindi di creare una cicatrice. Essa è particolarmente indicata nel caso si debbano trapiantare aree non molto estese di calvizie. Entrambi gli interventi vengono eseguiti in anestesia locale associata ad una blanda sedazione.
Le armi a disposizione per combattere la calvizie sono quindi molte; prima di usarle è però fondamentale analizzare lo stato dei propri capelli e del proprio organismo. Presso i centri specializzati è possibile essere sottoposti ad una accurata visita dermatologica tricologica, che dopo l’esame del capello (con dermatoscopia elettronica) e gli esami del sangue, saprà individuare la causa della perdita dei capelli e indicare quali trattamenti sono i più indicati ad ogni singola situazione.
a cura del Dott. Walter Bugiantella